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Apel, Karl Otto.

Filosofo tedesco. Laureatosi in Filosofia nel 1950 a Bonn, nel 1960 conseguì il dottorato in Filosofia all'università di Mainz. Docente di Filosofia presso le università di Kiel (1962-69), Saarbrücken (1969-72) e Francoforte (1972-90) - di cui dal 1990 è professore emerito -, si occupò prevalentemente di studi sul linguaggio. Sostenitore di una reinterpretazione in chiave semiotica del pensiero kantiano, A. sostenne che l'a priori può essere considerato costituito essenzialmente dalle regole del linguaggio, soggiacenti rispetto alle varie lingue storicamente determinate. Ciò significa, dal punto di vista etico, attribuire un alto valore morale alla ricerca di un tipo di comunicazione universale tra tutti i parlanti, da ottenersi attraverso un'analisi critica della società o attraverso l'attività politica. Fra le opere più importanti di A. citiamo: Il linguaggio di Nicola Cusano (1955), L'idea del linguaggio nella tradizione dell'Umanesimo da Dante a Vico (1963), Trasformazione della filosofia (1973), Introduzione al pragmatismo americano (1975), La semiotica trascendentale come filosofia prima (1977), Nuove ricerche su chiarezza e comprensione (1978), La controversia su spiegazione e comprensione (1979), Il problema di una fondazione ultima della ragione (pubblicato in "Critique", 1981), Il logos distintivo della lingua umana (1989), Verità e comunicazione (1992), Per una ermeneutica critica (1992) (n. Düsseldorf 1922).